Bentrovati e bentrovate! Nella prima parte di questa serie di articoli avevamo visto quanto fosse importante la ripetizione nel tempo per parlare di bullismo.

In tutti gli incontri nelle classi su questo tema, una delle domande fondamentali che faccio è: chi sono gli attori principali nel bullismo? Ancora oggi, nonostante la grande attenzione a questo problema, la maggior parte delle volte mi rispondono: il bullo e la vittima. Non cambia nulla se è una classe prima della scuola primaria o una quinta liceo. Non c’è differenza tra gli istituti professionali ed il liceo socio-psico-pedagogico. E spesso nemmeno gli adulti rispondono diversamente.

E poi faccio un semplice gioco.. e da qui tutto cambia, e le risposte si modificano. Gli attori principali nel bullismo infatti sono i compagni e le compagne, il gruppo,  tutti e tutte quelle che ridono alle battute di chi attua un comportamento di prepotenza, tutti  e tutte quelle che si girano dall’altra parte, tutti e tutte quelle che non ne parlano con un adulto o non intervengono.

Nelle terapie di bambini, bambine ed adolescenti che sono stati vittime di bullismo sento spesso molta più rabbia proprio verso questo pubblico che verso chi ha fatto le prepotenze. “Lui è così, vabbè, ma nessuno ha mai fatto nulla”; “Di lei non mi interessa molto, può dire quello che vuole, ma era quella che diceva di essere la mia migliore amica a ridere alle battute”.. perché questo?

Chi fa parte di questa maggioranza silenziosa spesso mi dice che non ha fatto nulla di male, non ha insultato, non ha picchiato.. Vero! Ma spesso dimentichiamo che il nostro corpo parla molto più di quello che fanno le nostre parole.

E così sorgono spontanee le domande: cosa hai detto tu a Luigi stando zitto? Cosa avrà pensato Maddalena vedendoti ridere? E così man mano si comprende quanto anche chi sembra essere marginale sia l’attore centrale.

Chiedendo perché chi fa bullismo lo faccia, tutti e tutte, a qualsiasi età mi rispondono nello stesso modo: “per farsi vedere”, “per mettersi in mostra”, “perché non vuole sentirsi debole”. E allora viene spontanea la riflessione che sentendo un’intera classe ridere, il suo obiettivo è centrato.. finchè ci sarà un pubblico che applaude, ride, si diverte per questo, perché smetterla? Il difficile è far sperimentare che può essere “visto”  molto di più se ha dei comportamenti positivi. Ma ne parleremo in un altro articolo, torniamo al gruppo.

Pensate a Maddalena, Luigi, Giovanni, vittime di continue prepotenze. Da parte di chi? La risposta senza pensare sarebbe “del suo bullo, della sua bulla”. Ma dopo questa riflessione fatta insieme possiamo rispondere più correttamente: Maddalena, Luigi, Giovanni sono presi in giro, esclusi, picchiati.. da ogni silenzio, da ogni risatina, da ogni pettegolezzo.. da tutti e tutte.

Chi subisce bullismo sono bambini, bambine ed adolescenti che quindi sono soli o sole contro tutti e tutte.  Come si sentiranno? Quali saranno le loro emozioni? Sono sicura che ognuno ed ognuna di voi riesce ad immedesimarsi e non è necessario raccontarvelo.

Buone riflessioni! Al prossimo articolo.. parleremo di un altro tratto distintivo:il potere e la sua distribuzione.