Di nuovo qui per analizzare le varie sfaccettature del bullismo, dopo aver parlato dell’importanza di tempo, gruppo e asimmetria di potere per poter definire il fenomeno.

La risposta più frequente che bambini, bambine ed adolescenti danno nel momento in cui emerge una situazione di bullismo è “Ma no! Sono solo degli scherzi!”

Scherzi? Quale è la differenza tra uno scherzo ed il bullismo? Seppur quasi nessuno ci abbia mai pensato, se faccio questa domanda, tutti e tutte, dalle classi della primaria sanno rispondere a questa domanda:

  • “Quando si fa uno scherzo, ridono tutti e tutte, anche chi lo subisce”. Questo è un aspetto fondamentale che colgono. Lo scherzo,  infatti,  è fatto per ridere con,nel bullismo invece accade che si rida di una persona. C’è una grande differenza!
  • “Lo scherzo dura poco, il bullismo tanto”. Lo dice anche il proverbio, d’altronde: lo scherzo è bello quando dura poco. Un qualcosa di continuo e ripetuto, anche se potrebbe aver fatto divertire qualche volta, poi non diverte più.
  • “Lo scherzo si fa ad un amico, ad un’amica o ad una persona con cui si vuole avere un a che fare”. Vero! Nel bullismo, invece, le prepotenze sono messe in atto verso qualcuno con cui non si vuole avere una relazione, ma che è solo il capro espiatorio del momento.

E nel caso in cui io voglia fare uno scherzo, lo faccio ad una mia amica, ma la mia amica ci rimane male? Diventa una prepotenza? Una riflessione del genere  fa subito attivare bambini, bambine ed adolescenti che dicono di no. Man mano, parlando con loro, emerge come in questi casi, la differenza sia fatta dal chiedere scusa e dal non ripetere veramente più un qualcosa che non è piaciuto.

Capita spesso che qualcuno dica che però ha un amico molto permaloso. Ha ragione! Le nostre sensibilità sono diverse. Pensate anche a voi  e alle persone a cui volete bene. Senza dubbio, cose che a voi sembrano divertenti, fanno arrabbiare un altro, così come cose che vi fanno star molto male, se fatte a vostro fratello lo fanno ridere a crepapelle. Se Giada si diverte molto ad essere chiamata “Puffetta” e le sembra un nomignolo affettuoso, per Carlotta può essere un qualcosa di molto fastidioso. Chi ha ragione? Entrambe! Ogni persona è unica e speciale!

Quali atteggiamenti possono essere definiti di bullismo, allora? Lo vediamo la prossima settimana!