Bentornati/e insegnanti nel nostro percorso di riflessione rispetto alle dinamiche del bullismo e del cyberbullismo! Abbiamo già parlato di cosa potete fare voi per intervenire, ma ci siamo soffermati poco sulla figura del “bullo”, che come avrete notato preferisco chiamare “chi mette in atto le prepotenze”.

Che lavoriate in una scuola dell’infanzia, in una scuola primaria o in  una scuola secondaria, lavorate con  bambini, bambine ed adolescenti che per definizione sono in fase evolutiva. Credo che siamo sempre tutti in evoluzione, ancor più chi è sotto o nei dintorni della maggiore età.  Cosa significa questo? Significa che è importante aiutare alunni ed alunne a crescere in modo positivo e sviluppando le proprie caratteristiche.

A volte, accade che alcuni/e facciano delle cose errate nel loro cammino. Fare atti di bullismo ha spesso dietro delle motivazioni forti, molto diverse dall’essere semplicemente “cattivo”.

Perché  bambini, bambine ed adolescenti possono ritrovarsi nella situazione di fare reiterate prepotenze verso un/una compagno/a che si sente più debole, trascinando il gruppo in questo meccanismo? Ovviamente la risposta non è così semplice ed immediata . Ognuno/a di noi è unico e speciale, così come lo è la sua interazione con l’ambiente e la sua relazione con le altre persone. Non è così semplice quindi trovare situazioni di causa/effetto, ma possiamo riflettere su cosa può spingerlo e cosa vuole comunicarci con questo atteggiamento. Non fare di tutta l’erba un fascio, ci può aiutare a supportare e tutelare quello/a specifico/a alunno/a, con azioni educative su misura.

Ecco alcuni spunti di riflessione:

  • Ha imparato nella sua vita che i problemi si risolvono solo tramite la violenza?
  • Sta comunicando di non riuscire a gestire le emozioni in un modo che lo/la faccia stare bene e faccia star bene gli altri?
  • Siamo noi stessi adulti di riferimento che mostriamo atteggiamenti aggressivi e che quindi diamo questo esempio? Magari qualche soprannome che dà a compagni o compagne, è stato sentito da adulti di riferimento?
  • È stato/a lui/lei stesso/a vittima di bullismo in scuole o situazioni precedenti? A volte capita che con un passaggio di ambiente, si cambi e si inverta il ruolo, da vittima a bullo/a, proprio perché sembra che sia l’unica possibilità per non essere nuovamente preso di mira.
  • Sente di non poter avere attenzione se non comportandosi così?
  • Vuole essere ascoltato/a e visto/a ed è l’unico modo che sta trovando?
  • Si sente debole, incapace, non in grado, e cerca in questo modo di riacquistare potere?
  • Potrebbe non riuscire a comprendere che il suo comportamento fa male e lo vede solo come un qualcosa che fa stare bene la classe, la “fa ridere”?
  • ..ci potrebbero essere altre motivazioni che qui non abbiamo considerato?

Come insegnanti, adulti di riferimento fondamentali, porci queste domande è d’obbligo, non certo per fare un lavoro che non compete, ma per essere figure educative  che riescono ad accogliere e comprendere.. e quando non è nel nostro ruolo, collaborare con famiglie e esperti/e esterni che possano supportarci. Seguitemi, che ne parleremo nei prossimi articoli; continueremo la nostra riflessione rispetto alle dinamiche di bullismo e cyberbullismo.

A presto, vi aspetto per parlare ancora di bullismo e cyberbullismo! Intanto seguitemi su Facebook, Instragram, Linkedin e/o Twitter.