Bentornati e bentornate al nostro appuntamento sul bullismo. Abbiamo riflettuto sulle sue caratteristiche (persistenza nel tempo, dimensione sociale, percezione del potere) ed abbiamo visto come questo fenomeno si  differenzia da uno scherzo. Cerchiamo ora di capire come si manifesta.

Non è assolutamente semplice avere uno schema preciso. Il bullismo si manifesta sotto forma di azioni prepotenti, ma in realtà questo racchiude veramente tantissimi tipi di violenza. Non da meno, queste forme possono cambiare rispetto all’età ed al contesto storico e sociale. Pensiamo solo al bullismo dopo internet. Le prepotenze sono arrivate anche online.

Dobbiamo quindi pensare che è riduttivo specificare le forme ed è importante sempre avere l’attenzione di verificare cosa sta accadendo. Soprattutto, proviamo a riflettere: come sta il bambino, la bambina, l’adolescente che lo sta subendo? Si sta divertendo o per lui/lei è una prepotenza? E se si, è un qualcosa di occasionale o succede frequentemente? Cosa fa il resto del gruppo? Stanno litigando alla pari oppure si nota una discrepanza a livello del potere?

Se riusciamo a rispondere e a riflettere su queste domande, allora riusciremo ad avere la situazione più chiara.

Allo stesso modo, proviamo anche a fare degli esempi di tipi di bullismo che possono presentarsi:

  • Bullismo fisico: sono quelle situazioni in cui chi agisce le prepotenze lo fa a livello fisico, con botte, calci, schiaffi, sputi, ecc. Sono le situazioni più semplici da vedere proprio perché la violenza è visibile, così come spesso anche le sue conseguenze sul corpo.

 

  • Bullismo verbale: in questo caso, si tratta di prese in giro, insulti, nomignoli, minacce, ecc. A volte queste ci sembrano cose banali. Tante volte, anche insegnanti molto attenti, mi dicono che sentono ad esempio che Maddalena viene sempre chiamata “ballerina” e lei ha chiesto aiuto, ma loro non sanno cosa fare. In fondo, “ballerina” non è un insulto! Vero, non è una parolaccia né un qualcosa che ha un significato negativo, ma le parole sono accompagnate da gesti, toni, posture, che parlano molto più del linguaggio verbale. Inoltre non dimentichiamo la sensibilità individuale, che va rispettata, e tutte le caratteristiche del bullismo. Così può accadere che anche un termine così neutro o per alcuni addirittura positivo, possa divenire una prepotenza, molto di più nomignoli che sembrano offensivi ma che si usano come gioco tra due amici.

 

  • Bullismo psicologico: comprende tutte quelle situazioni in cui chi mette in atto le prepotenze esclude e fa escludere qualcuno dal gruppo oppure mette in giro delle voci sul conto della vittima. Spesso poi per entrare nel gruppo, si chiede a chi subisce di fare delle “prove”, che in realtà non fanno che peggiorare la situazione della vittima. Alcuni esempi: Luigi, l’unico della classe che non viene invitato alle feste di compleanno; Maria, su cui si dice che è una che salta addosso a qualsiasi ragazzo; Giovanni, che tutti additano come omosessuale. E poi Lidia, che mette in atto tutto ciò, chiede a Luigi, Maria e Giovanni, ad ogni ricreazione, di rubare le figurine e portarle per giocare con gli altri, oppure di mettere una mano nel water. Tutte queste situazioni sono ancora meno visibili. Ricordo un gruppo di insegnanti molto attente che in una classe prima della scuola primaria vedevano che la bambina “giocava” con le altre bambine alla ricreazione. La bambina aveva evidenti segnali di disagio durante le lezioni ed esplorando la sua situazione si era scoperto che era l’esclusa che provava ad esaudire qualsiasi richiesta per poter essere inserita in quel gruppo.

 

  • Cyberbullismo: sono le prepotenze attuate attraverso le tecnologie, come pubblicare e diffondere foto imbarazzanti di un compagno, creare una pagina Facebook sulla ragazza “più sfigata della scuola”, inviare minacce anonime sul cellulare, evitare di rispondere solo ad un ragazzo quando scrive in un gruppo whats App. Ma di questo tipo ne parleremo in maniera approfondita più avanti.

Come possiamo notare, sono veramente forme molto diversificate. Ci sono differenze tra di loro? Ne parliamo la prossima settimana.