il tempo nella scuola in emergenza

Il tempo nella scuola in emergenza è una delle dimensioni stravolte. Scandire il tempo, le ore, i giorni, le settimane, i mesi.. per tutti noi è un aspetto fondamentale ed utile sempre.  Per bambini ed adolescenti, da quando è iniziata questa emergenza, manca questo ritmo scandito esternamente. Il ritmo della scuola, delle attività sportive, delle attività ludiche, da passare in famiglia.

Questa assenza di ritmo può far sembrare loro il tempo interminabile e strano. Per i più piccoli mancano anche tutti i riferimenti che di solito usavano per calcolare il tempo. Poteva essere l’albero della classe che cambia aspetto con il passare delle stagioni, i cartelloni con i momenti salienti dell’anno, i calendari con i vari impegni e i momenti di vacanza.. ogni classe, soprattutto dei più piccoli, ha un suo modo di scandire il tempo. Questi sistemi molto concreti aiutavano a dare una prevedibilità a tutto quello che avveniva, ai giorni, alle settimane, ai mesi..

L’emergenza ha stravolto tutto ciò. Abbiamo già riflettuto con le famiglie su quanto sia importante continuare a dare questo ritmo, questa routine, anche se nuova, alle giornate dei nostri bambini e dei nostri ragazzi. E come insegnanti è importante che ricordiamo questo aspetto alle mamme ed ai papà.

Anche per il mondo della scuola la dimensione temporale è importante, sia per l’apprendimento, ma anche per contrastare tutti gli aspetti che possono far soffrire bambini e ragazzi in emergenza. Nell’attivazione immediata, ogni insegnante ha cercato di fare il meglio. Molto spesso non ci siamo organizzati e non abbiamo tenuto in considerazione il tempo come qualcosa di prezioso. Ancora oggi, sento racconti di lezioni fissate all’ultimo minuto o di poca prevedibilità in ciò che accade nel mondo della propria classe.

Mantenere una routine, qualsiasi cosa stiamo facendo con la nostra classe è molto importante. Basta anche solo sapere che una volta a settimana quel giorno mi arriveranno i compiti, oppure che ci sarà la videolezione, sempre lo stesso giorno alla stessa ora. Scandire il ritmo attraverso attività fisse permette di far attendere ai bambini e ai ragazzi il momento dell’incontro o dell’arrivo del vostro video. Queste cose, così, non accadranno all’improvviso, ma saranno prevedibili. La prevedibilità, in emergenza, può dare molta sicurezza. Ci sono ragazzi che controllano continuamente il registro elettronico o lo strumento usato dal docente perché non sanno quando potranno avere altre comunicazioni, altri compiti.. Ho incontrato adolescenti con il cellulare sempre in mano perché l’insegnante potrebbe chiamare a qualsiasi ora, e “se non rispondo cosa penserà?”. Non avere la scansione temporale, al contrario, può far agitare molto.

Non è indispensabile riempire tutto il tempo, l’importante è cadenzarlo e rendere prevedibile quello che accadrà. I bambini, anche se hanno solo un momento a settimana in call con la classe, attendono quel momento. Nei progetti che sto svolgendo nelle classi, attendono quel giorno in cui sanno che la lezione è diversa e portano quasi tutti quel qualcosa di simbolico che avevo chiesto.

Il tempo in emergenza può essere sentito come vuoto, privo di senso, imprevedibile e sempre uguale, angosciante. Il nostro ruolo di adulti di riferimento può comprendere anche il trovare un nuovo significato a questo tempo così diverso, così strano.

Una ragazza mi diceva che la sua insegnante aveva fatto, ancora in quarantena, una domanda che aveva fatto attivare: come fate, nella vostra nuova quotidianità, a riconoscere la domenica dagli altri giorni? Una domanda molto semplice. Nella classe, ed in ogni partecipante, si era quindi attivata un’importante riflessione sulla scansione temporale, su come si può mantenere sempre il giorno festivo, anche se non riesco ad identificarlo con l’assenza della scuola, l’uscita con gli amici, ecc.

Lavoriamo con la nostra classe, come facevamo in presenza, sui giorni particolari, le feste, i compleanni. Ci sono docenti che hanno fatto lezioni anche nei giorni di festa. Che messaggio stiamo passando ai nostri bambini o ai nostri ragazzi? Vedere che un insegnante dà senso al tempo, ai momenti di attività, alle festività, ma anche al riposo, è un grande insegnamento.

Con questa didattica nuova per tutti, non sempre è semplice dare un equilibrio tra attivazione e riposo. Nelle storie che ascolto, passo da situazioni in cui bambini, bambine e ragazzi hanno meno tempo di prima, pur rimanendo sempre in casa, perché hanno tanti compiti “tanto non hai nulla da fare”, a situazioni in cui la scuola è più assente. Non è semplice regolarsi, ma consideriamo anche questo. Dare un equilibrio al tempo del riposo e a quello dello studio è molto importante. Per quanto complesso, in questo momento è proprio la scuola che deve aiutare le famiglie a trovarlo. Sperimentiamo e vediamo come va, facciamoci guidare anche dalla nostra classe nel trovare questo punto di mezzo.

Un’ultima riflessione rispetto alle prossime vacanze estive. La preoccupazione dei genitori per come andrà questo periodo estivo è molto grande. Non è ancora molto chiaro che cosa aprirà in estate per i bambini e gli adolescenti, per come passeranno il loro tempo. Alcuni genitori stanno chiedendo alla scuola di non lasciarli soli in questo. Allo stesso modo, le vacanze estive sono sempre state una scansione temporale fondamentale nella vita dei più piccoli. Possiamo stare accanto alle famiglie, anche senza continuare ad essere noi insegnanti quelli che riempiono questo tempo. Non lo siamo mai stati, va bene non esserlo anche ora, a meno di attivazioni legislative diverse. Possiamo supportare i genitori a trovare delle attività per l’estate, accompagnare le famiglie in questo passaggio, ma poi delicatamente salutare, come abbiamo sempre fatto.

Ricordiamo anche che calibrare  il tempo per il lavoro ed il tempo per noi stessi potrebbe essere più difficile in questa situazione critica, anche per le fasi psicologiche che possiamo attraversare o per le nostre reazioni, comuni a chi vive un momento emergenziale. Il riposo è importante per noi, ricordiamolo!

Il tempo ha una dimensione molto umana ed intersoggettiva. Riscopriamo noi questa dimensione per poterla trasmettere anche alla nostra classe ed aiutare veramente bambini, bambine ed adolescenti e le loro famiglie.

Seguitemi, parleremo presto della gestione delle preoccupazioni nelle famiglie, nei bambini e negli adolescenti.

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