la scuola accanto alle famiglie in emergenza

Come può essere la scuola accanto alle famiglie in emergenza? Che cosa possono fare gli insegnanti in tutto quello che sta accadendo?

Abbiamo visto quanto essere una scuola resiliente sia utile ed importante per tutti gli attori della scuola. Essere accanto come scuola alle famiglie in emergenza, non è sempre semplice e può essere faticoso. In questa emergenza, abbiamo visto come le relazioni nella scuola possono essere diverse, ma anche quanto contano Come insegnanti, in questo periodo ci staremo trovando, ancora più del solito a gestire le preoccupazioni delle famiglie, delle mamme, dei papà, dei bambini, degli adolescenti.. che incontriamo nel nostro lavoro.

Abbiamo detto che se la nostra scuola è stata resiliente, è stata anche un punto di riferimento per tutti gli attori che circolano intorno. Bambini, bambine, adolescenti ci avranno raccontato le loro fatiche e quello che stanno vivendo nella loro casa. I genitori ci avranno contattato spesso per chiedere supporto rispetto a tutto quello che può far soffrire loro stessi o i loro figli in emergenza. Ci avranno chiesto anche rispetto a reazioni comuni che adulti, bambini ed adolescenti potrebbero avere in una situazione critica.

Ricordiamo che può essere normale stare male in situazioni come quella che stiamo vivendo.

Come dicevamo qualche articolo fa, ci possono essere dei modi che i genitori o i figli possono fare per stare meglio durante questa emergenza. Suggerire di fare queste piccole prove può essere già un buon punto di partenza. Tante volte, per le difficoltà emotive che si sentono in situazioni critiche, basta qualche piccolo accorgimento.

Ma cosa altro possiamo fare per essere una scuola che è accanto alle famiglia in emergenza ed in questa sofferenza?

  • Il primo passo è sempre quello di prenderci cura di noi stessi e di stare bene noi come insegnanti. Mettiamo dei limiti a quanto riguarda il lavoro e capiamo anche come stiamo noi. Solo se noi stiamo bene, potremo anche accogliere il malessere degli altri e supportare le famiglie.
  • Proviamo ad utilizzare il nome proprio di ogni persona con cui dialoghiamo online, ancora di più di quanto non facciamo in classe. Pronunciare il nome di quella persona può farla sentire più presente e più forte.
  • Parliamo di emergenza, di quello che accade e delle emozioni che questo ci provoca. Se riusciamo a parlarne noi serenamente con la nostra classe e con i nostri genitori, sentiranno la possibilità di poter parlare anche loro di qualcosa che li preoccupa. Non lasciamo questo argomento come tabù o sommerso dai programmi e dalle tante cose da fare.
  • Usiamo la creatività. Proviamo a trovare qualcosa di originale da far fare e stimoliamo i nostri bambini o ragazzi. La tecnologia in questo può molto aiutarci.
  • Cerchiamo di portare avanti i progetti che erano in corso a scuola, anche se in modo diverso. Aiuterà la nostra classe a tenere un filo e a pensare che l’emergenza non ha distrutto tutto quello che loro avevano creato.
  • Lavoriamo con la musica, l’arte, la poesia .. qualsiasi forma espressiva. Può aiutare a canalizzare le cose che fanno stare male in questo momento e ad esprimerle, anche a chi fa fatica con le parole.
  • Utilizziamo la collaborazione tra bambini come alleata. Come possiamo farli cooperare? Il sentirsi solidali e sentire la solidarietà e l’unione è un toccasana in situazioni emergenziali.
  • Facciamo partecipare attivamente la nostra classe. Li farà sentire propositivi e potremo contrastare l’impotenza, una delle caratteristiche tipiche dell’emergenza e che fa più male.
  • In generale, pensiamo sempre a che attività possiamo proporre per lavorare sul senso di controllo e contrastare l’impotenza. Possono essere attività strettamente collegate al virus, come i comportamenti di protezione, ma anche attività che facciano sentire soddisfatti i nostri alunni e che faccia sentire che sono in grado.

Cosa altro è importante fare per la scuola che vuole essere accanto alle famiglie in emergenza?

 

Dopo tutto questo, però, aggiungiamo due punti fondamentali.

Se sentiamo che qualcosa non va nei bambini o negli adolescenti che incontriamo, non rimaniamo fermi e zitti. Possiamo parlarne con i colleghi, per capire se anche loro hanno queste sensazioni, o con i genitori. Ci sono momenti in cui le situazioni di emergenza possono farci preoccupare e ci possono essere dei campanelli di allarme. In questi casi, è importante chiedere aiuto. Il trauma e la sua rielaborazione, in particolare quando in questo periodo ci sono dei lutti, potrebbe essere difficile da gestire autonomamente.

La scuola in tanti casi può dare quella spinta che serve alle famiglie per chiedere aiuto.

Se sentiamo che invece  c’è qualcosa che riguarda il nostro lavoro o il gruppo classe e da soli non riusciamo a risolverlo, possiamo chiedere un supporto come docenti o una supervisione. Se le dinamiche di gruppo possono essere complesse nelle classi in presenza, nelle classi online la situazione potrebbe anche peggiorare. Parleremo fra poco del cybebullismo in emergenza.

Seguitemi, perchè prima ci concentreremo sull’apprendimento dei contenuti in questa situazione critica e sulla didattica a distanza.

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