genitori in emergenza con bambini 12-36 mesi

Essere a casa tutto il giorno, in quarantena, con un bambino da 1 a 3 anni in emergenza può essere faticoso. Magari eravamo abituati già a stare molto tempo con il nostro bambino, perché non andava al nido nemmeno prima dell’emergenza. Ma non poter uscire è tutta un’altra cosa. Oppure avevamo una routine totalmente differente ed invece il bambino andava al nido e noi al lavoro.

In ogni caso, avere un bambino, soprattutto in questa fascia di età, e rimanere in quarantena può essere impegnativo. In  questa fase, proprio per la loro età, i bambini richiedono molto la nostra attenzione. Sono poi in una fase di sperimentazione e scoperta del mondo estremo, per cui potrebbero continuare ad essere in movimento.. e a fare spesso cose rischiose. Proprio per questo, sarà difficile potersi distrarre. Per non parlare dei bambini che hanno più o meno due anni. Questa fase particolare già di per sé è particolarmente faticosa. Infatti, i bambini e le bambine iniziano a dire “no!” a qualsiasi cosa, anche quella che a loro piace di più. E’ un momento di crescita importantissimo, possono infatti riconoscere di essere diversi dalla mamma e dal papà.. e mostrarlo con forza con questi no e con i capricci a volte sfiancanti.

Se, a tutto questo impegnativo e normale periodo, aggiungiamo la fase di emergenza che stiamo vivendo, potrebbe essere una fase emotiva molto pesante da vivere come genitori. Siamo umani, quindi anche come genitori di bambini da 1 a 3 anni potremmo star male per le caratteristiche di questa emergenza, per la paura, lo stress, le cose che possono farci male, di cui abbiamo già parlato. E potrebbe essere normale avere delle reazioni emotive che sono collegate all’emergenza Coronavirus.

Se lavoriamo da casa, poi, con bambini di questa fascia di età potrebbe essere particolarmente complicato. Richiedo tantissima attenzione. Così come può esserci la preoccupazione della possibile perdita del lavoro o di come fare se mi richiedono di tornare al lavoro mentre i nidi sono ancora chiusi.

Sono tutte emozioni normalissime, così come potrebbe essere normalissimo avere qualche momento in cui perdiamo la pazienza e ci comportiamo verso i nostri bambini in modi che mai avremmo voluto. Ricordiamo che si può costruire anche dagli errori. I bambini imparano da noi come gestire le emozioni, ma imparano anche che si può sbagliare. Imparano che la rabbia, ad esempio, a volte ci fa fare qualcosa che non avremmo voluto, ma che è umana.. e possiamo rimediare.

Cosa possiamo fare per stare meglio noi ed i nostri bambini da 1 a 3 anni in emergenza?

Potrebbe sembrare ripetitivo, ma la prima importantissima cosa da fare, è stare bene noi come genitori! Se stiamo bene noi, anche i nostri bambini saranno più sereni. Sappiamo che l’emergenza potrebbe farci avere delle reazioni di malessere e potrebbe farci soffrire. Allora prendiamo il tempo per riflettere come stare meglio noi, seguendo gli spunti generali già affrontati. Cosa fare in più?

  • Ritagliamo del tempo che sia solo nostro, magari facendoci aiutare dall’altro genitore o da qualcuno che vive con noi in casa. Potrebbe essere difficile trovarlo, ma basta poco tempo e staremo molto meglio. In questo tempo, facciamo qualcosa che ci faccia stare bene.
  • I bambini in generale, ma soprattutto a questa età, hanno bisogno di routine e di una giornata molto regolare. Vi sarete accorti che vi chiedono di fare le cose sempre esattamente nello stesso modo e nello stesso ordine. Serve a loro per avere sicurezza. Facciamolo anche in questo periodo.
  • Andate a fare delle attività all’aria aperta, per quanto possibile. Basta anche qualcosa sul balcone o sul terrazzo o in giardino, o nel cortile condominiale. Se proprio non è possibile, potrebbe essere carino anche solo guardare dalla finestra.
  • Alterniamo delle attività più movimentate ed attivanti come ballare insieme, percorsi, ginnastica condivisa, lotta con i cuscini a momenti più calmi, tranquilli e rilassanti come dipingere, impastare, leggere una fiaba. Seguite anche quello che sentite dal vostro bambino. Ad esempio, se appena sveglio è più tranquillo, va bene assecondarlo e passare piano piano ad attività più movimentate. Allo stesso modo, se vedete che, però, ad esempio è anche troppo attivato prima di dormire, passate piano piano (non all’improvviso) a qualcosa di più tranquillo.
  • Lasciamo anche momenti in cui non offriamo stimolazione ed incoraggiamo la sua autonomia.
  • Osserviamo le attività che il nostro bambino ama fare. Ci possono dire molto sui suoi interessi e su di lui.
  • Facciamo insieme qualcosa di manuale e di manipolazione come torte, biscotti, lavoretti. Sono attività che piacciano molto ai bambini e possono farci passare dei momenti belli e divertenti con loro.
  • Lasciamo che ci aiuti in piccole e semplici attività, come portare degli oggetti da un punto all’altro, apparecchiare, lavare i giocattoli… anche a seconda della sua età e delle sue capacità.
  • Parliamo tanto con il nostro piccolo ed insegniamo nuove parole. Se parlate altre lingue, potete anche alternare momenti di dialogo in una lingue e momenti in un’altra. È meglio non mescolarle, ma parlare in alternativa in una o nell’altra lingua. Piccola parantesi: ricordiamo che bambini che ascoltano parlare più di una lingua da piccolissimi le imparano tutte come madre lingua, ma potrebbero parlare un pochino più tardi.. è normale.
  • Facciamo delle attività insieme come famiglia.
  • Leggiamo insieme, scegliamo libri adatti a questa età e che possono avere anche temi che stiamo affrontando, come la pappa, la nanna, togliere il pannolino.
  • Costruiamo con il nostro bambino qualcosa, anche con materiali di riciclo.
  • Riserviamo dei momenti alla musica, sia ascoltata che suonata. Bastano anche semplici cose che abbiamo in casa, basta che siano sicure.
  • Facciamo brevi chiamate e videochiamate con parenti ed amici, in particolare con le persone che il bambino è abituato a vedere nella quotidianità o a cui è legato e che per questa emergenza non può incontrare.
  • Se frequenta il nido e le educatrici o le altre famiglie sono d’accordo, teniamoci in contatto. Era un luogo importante per loro, anche se stare con la mamma ed il papà è molto bello per bambini di questa età.
  • Favoriamo le nuove conquiste e le scoperte, come camminare.. per i bambini è estremamente gratificante avere nuove abilità.
  • Facciamo con il nostro bambino attività fisica. Sul sito dell’Istituto Superiore di Sanità ci sono dei consigli, così come ne potrete trovare tanti in rete.

Questi sono alcuni spunti. Importante è fare quello che sai e che ti piace fare. Se una cosa non ti piace, potrebbe non essere piacevole per te.. ed il tuo bambino lo sente. Il tuo piccolo ha bisogno di momenti in cui state bene insieme. Meglio non impastare se non ti piace, piuttosto che fare l’attività in modo nervoso.

Quando preoccuparsi o chiedere un supporto?

Abbiamo detto che vivere con bambini da 1 a 3 anni in emergenza può essere faticoso. Tra questo e le reazioni all’emergenza, possono essere normali quindi momenti di scoraggiamento, di stress, di pianto, di urla.. Se però queste sensazioni diventano molto forti o molto presenti nelle vostre giornate, è il momento di fermarci un attimo. E’ il momento di prendervi cura di voi per potervi prendere cura del vostro bambino. Valgono le stesse riflessioni fatte in generale su quando chiedere aiuto in emergenza.

Trascurare questo malessere incide su come ti senti tu, incide su come sta il tuo bambino e può incidere sulla vostra relazione. So che può non essere semplice, ma se rimandiamo, rimandiamo solo il momento in cui sarà possibile stare meglio..

 

A presto, continuando il nostro viaggio verso riflessioni per genitori che hanno bambini e ragazzi più grandi.

 

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