Incoraggiare il contatto con la scuola

Incoraggiare il contatto con la scuola in emergenza può essere un importante antidoto contro il malessere che bambini e ragazzi possono provare. La scuola è uno dei luoghi in cui i nostri figli passano il maggior parte del tempo. Spesso, viene definita la seconda famiglia, nel bene e nel male.

In ogni emergenza, una delle prime attività che fanno riaprire, è proprio la scuola. Perché? Perché la scuola è una delle routine più importanti. A scuola, poi, in  un momento critico, si possono trovare delle risorse di condivisione e di riflessione su quello che sta accadendo, adeguate per l’età. La scuola è uno dei maggiori luoghi di socializzazione e di educazione… sono tantissimi i motivi.

L’emergenza coronavirus, però, al contrario, ha richiesto la chiusura proprio delle scuole. Le scuole saranno anche tra gli ultimi luoghi a riaprire.  Allo stesso modo, le scuole si sono attivate in modalità a distanza. Una modalità sicuramente molto più faticosa per tutti. Bambini e ragazzi dicono che dinanzi allo schermo spesso sono meno concentrati e si affaticano di più. I docenti hanno dovuto reinventare tutto.

E noi genitori? Soprattutto per i più piccoli, siamo stati costretti ad entrare molto di più nel mondo della scuola, seguire, supportare, aiutare nell’insegnamento..

È faticoso, lo sappiamo tutti. Ma è la loro vita e la loro routine. Come genitori, è fondamentale poter incoraggiare il contatto con la scuola anche ai tempi del COVID.

Ma come fare? Come possiamo noi genitori incoraggiare il contatto con la scuola?

Partiamo dal porci un po’ di domande. Che rapporto aveva mio figlio con la scuola prima dell’emergenza? Che cosa ne pensa di questa interruzione? Potrebbe essere che i primi giorni abbia festeggiato, ma adesso? Come sta prendendo la didattica a distanza offerta dalla sua scuola? Riflettere e comprendere le posizioni dei nostri figli, i loro bisogni e le loro fatiche, potrebbe aiutarci in questo faticoso compito.

Ma pensiamo anche a noi genitori. Come mi sento io rispetto alla chiusura della scuola? Che idea avevo prima della scuola e dei docenti? Ed adesso? È la stessa o qualcosa è cambiato? Potremmo anche trovarci in una grande difficoltà nel seguire quello che gli insegnanti chiedono. I nostri figli ci guardano e percepiscono sia quello che diciamo, che quello che non diciamo. Non possiamo negare che sia faticoso per un genitore seguire l’aspetto scolastico in questo modo. Ma il mio atteggiamento sta influenzando anche la partecipazione di mio figlio alla didattica e al gruppo classe?     

Non dimentichiamo che una scuola a distanza non è come essere insieme. Ma allo stesso modo favorire i contatti è importante per moltissimi motivi, non solo di apprendimento. Per cosa la scuola potrebbe essere importante per tuo figlio? Come reagisce rispetto alla scuola? Perché potrebbe essere importante stimolarlo?

Fare già queste riflessioni e trovare dei punti di mediazione anche rispetto al nostro sentire, può molto aiutare nell’incoraggiare il contatto con la scuola. Se noi per primi, come adulti di riferimento, vediamo l’importanza di avere un contatto, è più probabile che riusciamo a trasmetterla ai nostri figli. Qualche mamma o papà mi sta dicendo che tutta questa fatica è inutile, tanto stanno facendo poco e tanto saranno tutti promossi. Ma c’è solo questo nella scuola?

Dunque, già queste riflessioni possono portare tante risposte e tante modalità di incoraggiamento. Ogni bambino ed ogni ragazzo, poi, probabilmente, avrà bisogno della vostra presenza in modi differenti. Cosa chiede vostro figlio per continuare a seguire la scuola? Che cosa può aiutare? Cosa invece può fare in autonomia? Che cosa io sento di poter dare? In che cosa invece mi sento in diffcioltà?

Ricordiamo di incoraggiare i contatti con la propria classe e con i docenti, ancor prima dei compiti. Questo aspetto, già centrale in generale per l’apprendimento, ora può essere un fondamentale aspetto per stare bene in emergenza. Ricordiamo quanti benefici ha la socialità.

Non esistono ricette preconfezionate per tutti, ma se i nostri figli sono accompagnati in questa esperienza, potranno trarne anche molte cose positive. Staranno sperimentando anche tante nuove modalità, sviluppando competenze ed abilità tecnologiche che prima non avremmo mai pensato.

Ma non sempre va così liscia.

E quando non è così semplice far partecipare i figli alla didattica a distanza?

Anche bambini e ragazzi che non hanno mai avuto problemi con la scuola, in questo periodo, potrebbero fare più fatica a fare i compiti, seguire le lezioni, partecipare alla vita scolastica a distanza. Come mai? Comprenderlo può essere la svolta per trovare una soluzione.

Ecco alcuni spunti, rispetto alle situazioni più comuni che mi sono ritrovata ad affrontare con bambini, adolescenti, genitori e docenti.

  • Incidono sicuramente le reazioni comuni che bambini ed adolescenti possono avere in emergenza. Non aver voglia di fare nulla, mancanza di concentrazione, sensazione di stanchezza.. tutte reazioni normali dovute alle forti emozioni come la paura o lo stress. Poter allora parlare con loro di quello che non va, delle loro emozioni (sia con le parole che in altri modi), normalizzare quello che sentono e trovare insieme delle strategie può essere un modo efficace per farli avvicinare piano piano al nuovo mondo scolastico.
  • Bambini e ragazzi potrebbero però far fatica ad entrare in videolezione per quello che significa vedere compagni ed insegnanti. Per ognuno avrà un senso differente. Quale è il significato per i nostri figli? Mi sto trovando a confronto con bambini e ragazzi a cui la scuola manca talmente tanto da non riuscire ad avvicinarsi a questa nuova modalità. Vedere insegnanti e compagni significa riaprire quella grave ferita della chiusura della scuola.. allora meglio dimenticare tutto, che stare male perché non è quello che vorrei. “Meglio niente se non posso avere quello che voglio”, mi ha detto una bambina qualche giorno fa. In questo caso, esprimere queste emozioni e dialogarne può servire a far accettare altri modi per stare insieme.
  • Ci potrebbe essere poi una grande paura del cambiamento e delle novità. Ci sono bambini e ragazzi che in qualsiasi nuova situazione fanno fatica. Pensate come sarà complicato ora per loro. Qualsiasi cosa è nuova! Questi bambini e questi ragazzi stanno trovando giovamento da un ingresso graduale nelle loro classi virtuali. Ad esempio, iniziano tenendo videocamera e microfono spento. Ascoltano e guardano compagni ed insegnanti un po’ nell’ombra. Pian piano, da soli o con piccoli stimoli, iniziano ad attivare il microfono o a scrivere in  chat, per arrivare a partecipare come tutti. Per i bambini più piccoli, fondamentale potrebbe anche essere la presenza di un genitore accanto a loro, che gradualmente si allontana. A volte questa gradualità richiede anche 3 o 4 videolezioni.. pazienza e tolleranza non sempre semplici, ma importanti!
  • L’emergenza potrebbe far affiorare motivazioni pregresse di rifiuto della scuola. Potrebbero esserci bambini e ragazzi che non hanno mai espresso le difficoltà che invece avevano a scuola. Ad esempio, un ragazzo che sto seguendo a partire proprio da questo rifiuto. Grazie all’interruzione della scuola, è riuscito a raccontare il bullismo che subiva. O anche una piccolina che ha iniziato a raccontare ai genitori di come si sentiva poco brava nel contesto scolastico. In questo caso, lavorare su quello che faceva stare male prima, potrebbe aiutare non solo ora, ma anche nella riprese in presenza.

Che cosa altro può impedire ai tuoi figli di avvicinarsi a questa nuova scuola? Trovare la motivazione significa già avere un grande aiuto per trovare la soluzione.

Se senti di essere troppo in difficoltà, puoi chiedere supporto agli insegnanti o ad un professionista. Trascinare per troppo tempo questa difficoltà potrebbe peggiorare la situazione e potreste stancarvi sia voi genitori che i vostri figli.

Parleremo proprio presto di quando preoccuparsi, oltre alle reazioni comuni che bambini ed adolescenti possono avere in emergenza.

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