Bentrovati e bentrovate!

Sappiamo come riconoscere il bullismo grazie alle sue caratteristiche (persistenza nel tempo, dimensione sociale, squilibrio di potere), differenziarlo dagli scherzi e riconoscerne le sue diverse forme, in particolare le differenze e le similitudini che esistono tra bullismo e cyberbullismo. Ancora di più, abbiamo visto che bullismo e cyberbullismo possono avere importanti conseguenze psicologiche per bambini, bambine ed adolescenti.

La domanda quindi legittima che un genitore si pone è: come faccio a capire se mio figlio e/o mia figlia ne è vittima? Come posso accorgermi in tempo che qualcosa non va?

Senza dubbio è una domanda importante, ma che non ha una risposta così semplice.

In qualche raro e fortunato caso, è nostro/a figlio/a che ci racconta direttamente cosa non va. Non è però così semplice che accada una cosa simile. Pensate a vostro figlio e/o a vostra figlia. Pensate quanto possa essere difficile per lui/lei raccontare una situazione che fa star male.. e magari con la paura di dare anche un grande dispiacere alla mia mamma o al mio papà. Un dispiacere? Sì, proprio così! Perchè se Giada ogni giorno si sente chiamare “puzzona”, crederà di esserlo veramente. Quindi dovrei andare a dire ai miei genitori che sono “puzzona”?

I bambini, le bambine e gli adolescenti che subiscono bullismo e cyberbullismo fanno fatica a parlarne proprio perchè le prepotenze arrivano da un gruppo.. vuoi che tutti si sbaglino se mi dicono che non so fare una cosa oppure che sono brutto? Per questo, arrivando a pensare di essere come vengono descritti, hanno un grande senso di vergogna.

E quindi come facciamo?

Se è vero che a livello verbale esprimono poco, le vittime di bullismo e cyberbullismo, mandano tantissimi altri segnali di tipo non verbale. E’ importante quindi avere orecchie che ascoltano ed occhi che guardano realmente, oltre le sole parole pronunciate.

E’ difficile fare un identikit di un bambino, una bambina o degli/lle adolescenti vittime di bullismo e cyberbullismo: ognuno ed ognuna porta con sè una sua personale storia ed un suo personale modo di reagire alle situazioni. Così come ci possono essere dei segnali che ci possono far attivare i campanelli di allarme, ma che possono anche esser riconducibili a molte altre situazioni.

Ecco alcuni esempi di segnali che ci possono far venire delle preoccupazioni. Tutti sono sempre da inserire nella storia di vostro figlio e/o di vostra figlia, nella sua età, nel suo stile, ecc.

Chi è vittima di bullismo e/o cyberbullismo:

  • può improvvisamente andar male a scuola, mentre prima era molto bravo/a;
  • può essere molto silenzioso e sembrarvi triste;
  • può sembrarvi preoccupato/a tutte le volte che riceve un messaggio sullo smartphone;
  • può sembrarvi sempre più ansioso/a;
  • può sembrarvi senza amici ed amiche e non richiedere le uscite normali per l’età;
  • può non aver voglia di andare a scuola ed arrivare ad opporsi la mattina, anche con sintomi psicosomatici quali ad esempio il vomito;
  • può spesso lamentare mal di pancia, mal di testa, malessere vario, senza aver uno specifico riscontro medico;
  • può dire di “perdere” spesso delle cose e quando le ha, le trovate danneggiate costantemente;
  • può improvvisamente piangere o arrabbiarsi senza motivo apparente;
  • può improvvisamente raccontarvi le giornate a scuola in modo molto più conciso e veloce, mentre prima vi raccontava molte cose;
  • può non essere mai invitato a nessuna festa;
  • può sembrarvi stanco, pigro, svogliato;
  • può sembrare che non abbia una buona opinione di se stesso;
  • ecc.

Come vedete, ci sono veramente segnali vaghi e che possono indicare altri tipi di situazioni, più o meno normali. Ad esempio, in adolescenza, alcuni atteggiamenti possono essere normali. Sono quindi solo esempi, ma la cosa importante è percepire che qualcosa non va e non fa stare bene vostro figlio e/o vostra figlia.

Voi conoscete bene il vostro bambino, la vostra bambina, il vostro ragazzo, la vostra ragazza, provate a soffermarvi su qualcosa che non vi sta tornando in quel momento, in qualcosa che è cambiato in negativo. Cercate di ascoltarli veramente, come chiedono in questo video realizzato con i ragazzi e le ragazze di SottoSopra Venezia per Save The Children.

E se qualcosa non vi torna, provate a condividerla con l’altro genitore, con gli/le insegnanti, con tutti gli altri adulti di riferimento che frequenta vostro figlio e/o vostra figlia. Magari anche gli altri hanno qualcosa che li preoccupa, oppure magari potreste scoprire che non è bullismo, ma magari una cosa diversa ma importante che è successa (es: litigio con un amico, fallimento sportivo, ecc).

Seguitemi che fra due settimane vedremo cosa potete fare se avete delle preoccupazioni. La prossima settimana invece la dedicheremo a come gli/le insegnanti possono rendersi conto che in classe vi è una situazione di bullismo.