campanelli di allarme per i figli in emergenza

Quali sono i campanelli di allarme dei figli in emergenza? Come riconoscerli, visto che potrebbe essere comune soffrire per le caratteristiche dell’emergenza, sia per noi che per bambini ed adolescenti? Quando preoccuparsi e chiedere aiuto? Abbiamo detto che ci possono essere delle reazioni comuni per noi adulti, ma anche per bambini e ragazzi. Abbiamo detto che queste reazioni possono essere una normale risposta allo stress, alla paura e a tutto quello che l’emergenza ci richiede. Allora come fare a distinguere quando è il caso di preoccuparci per i nostri figli e chiedere aiuto? Non è semplice, questo è vero! In emergenza ed in situazioni critiche, come quella dinanzi a cui il Coronavirus ci sta mettendo,  distinguere normali momenti di difficoltà da qualcosa di più importante e che ha bisogno di un supporto di uno specialista non è affatto semplice.

Allo stesso modo, proviamo a  darci degli spunti per comprendere quando e quanto la situazione potrebbe essere degna di attenzione.

  • Una prima domanda da porsi è quella relativa a quando è iniziato questo comportamento che ci fa preoccupare. Molti genitori preoccupati, che sto ascoltando in questo periodo, mi dicono che non sono reazioni che sono iniziate con lo scoppiare dell’emergenza Covid. Quasi sempre, la reazione si è molto accentuata, ma la situazione era già presente. Ad esempio, un bimbo che dormiva già in modo molto agitato quasi tutte le notti, adesso invece non dorme più. Una bambina che aveva già frequenti scoppi di rabbia, che è arrivata a rompere un pc, in uno di questi momenti. Una ragazza che già  aveva pianti improvvisi, che ora piange tutto il giorno. Se la crisi ha solo peggiorato qualcosa che già era presente, può essere probabile che sia una situazione di cui preoccuparsi. Potrebbe essere che, nella vita quotidiana pre- emergenza, ci potevano essere dei cuscinetti o qualcosa che permetteva di nascondere meglio un malessere. Ora, invece, potrebbe essere molto più difficile mascherarlo. In casi del genere, forse è proprio importante, far qualcosa, almeno chiedere un parere. Potrebbe essere anche una buona occasione per risolvere qualcosa che avremmo scoperto molto più tardi.
  • Altro campanello di allarme potrebbe essere il fatto che tutto quello che abbiamo fatto per cercare di far star meglio i nostri figli in emergenza non  ha funzionato. Le reazioni comuni di bambini ed adolescenti in emergenza trovano molto giovamento da almeno alcune delle proposte su cui abbiamo riflettuto. Se abbiamo messo tutto in campo, ma nulla sembra funzionare, potrebbe essere un forte campanello di allarme. Come mai il malessere non si è attenuato in nessun modo?
  • Una serie di segnali, oltre alle reazioni comuni, ci possono dire che l’emergenza, forse anche combinata con qualche malessere precedente, potrebbe essere diventata troppo forte da reggere per i nostri figli. Se osserviamo bene, sono molto simili alle reazioni comuni che avevamo descritto per bambini ed adolescenti. Cambiano però degli aspetti in particolare, come la pervasività e la presenza quasi esclusiva di questo segnale, la presenza molto costante nel tempo ed il fatto che non sembra avere miglioramenti.
  • Mancanza di motivazione ed umore basso persistente e che non cambia in nessun modo e con nessun esperimento per aiutarlo;
  • Non essere minimamente attratto dalle cose che prima amava;
  • Diventare molto solitario e non voler aver contatti con nessuno;
  • Bassa autostima o sentimenti di essere sempre sbagliato. Questo può esprimersi sia a parole “tanto non ci riesco”, “sono sempre una frana”, “sono stupido”, ma anche con i comportamenti o con i gesti che ci fanno intuire frasi del genere;
  • Piangere molto molto più spesso;
  • Grandi cambiamenti nel sonno o nel cibo;
  • Evitare il tempo con gli amici o la famiglia;
  • Nervosismo costante e per molto tempo;
  • Sintomi fisici forti e non collegati ad una causa organica;
  • Attacchi di panico o dimostrazioni di ansia forte;
  • Rabbia molto forte ed incontenibile;
  • Evitamento estremo della scuola e di tutti i contesti che prima frequentava;
  • Sonno molto disturbato.
  • Facciamo attenzione anche alle situazioni in cui, oltre all’emergenza Coronavirus, i nostri figli stanno vivendo un altro cambiamento complesso contemporaneamente. Ad esempio, la separazione contemporanea dei genitori, un cambio di città, situazioni complesse a scuola poco prima che esplodesse, una malattia loro o di una persona cara. In questi casi, i nostri figli si stanno trovando ad affrontare, nello stesso momento, due o più situazioni faticose. Le loro risorse potrebbero essere quindi in sofferenza.
  • Situazioni che devono farci rizzare le antenne, sono anche quelle di quei bambini o quegli adolescenti che non è la prima volta che vivono una situazione emergenziale. Potrebbero aver vissuto un’altra maxi emergenza, come un terremoto, un’alluvione, un attacco terroristico. Ma potrebbe anche essere un’emergenza più ridotta, come un incidente stradale, un incendio in casa, una caduta particolarmente grave con gli sci. In particolare se queste situazioni non sono state elaborate, facciamo più attenzione. Ne parleremo meglio presto, occupandoci dell’importanza di elaborare i traumi.
  • Il Coronavirus ha portato anche lutti e situazioni di malattia all’interno delle famiglie. Molti di noi sono stati fortunati perché hanno solo vissuto dalla cronaca queste situazioni, altri di noi, invece, hanno vissuto questo più vicino a loro. Possono essere state interessate persone più o meno vicine ai bambini o agli adolescenti della nostra famiglia. Non sottovalutiamo tutto questo! Quanto più la situazione è stata vicina ai loro affetti, tanto più potrebbero essere stati toccati. In particolare, se varie persone care si sono ammalate e/o sono morte. Ci sono bambini ed adolescenti che in poche settimane hanno perso 3 nonni su 4. Come stanno? Come esprimono il malessere? Ne parleremo meglio parlando di lutto e dell’importanza di elaborare il trauma, ma teniamolo presente.
  • Allo stesso modo, consideriamo in modo più forte i campanelli di allarme se sono stati i nostri figli a risultare positivi al virus. Per fortuna, bambini ed adolescenti sembrano resistere di più, ma ci sono state anche situazioni di questo genere. Come ha inciso su di loro sapere di essere positivo o la malattia vera e propria?
  • Infine, rizziamo le antenne se nella nostra famiglia noi genitori o i nonni abbiamo/hanno vissuto traumi non elaborati. I traumi si trasmettono tra le generazioni. Lo approfondiremo meglio parlando dell’elaborazione del trauma.

Ma se qualcuno di questi campanelli di allarme dei figli in emergenza si è acceso? Cosa posso fare come genitore? Nel prossimo articolo, parleremo proprio di questo!

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