cyberbullismo emergenza covid

Il cyberbullismo non va in quarantena! Anzi, in alcuni casi, l’emergenza ha acuito una sofferenza già grande e ha creato dinamiche ancora più faticose per bambini, bambine ed adolescenti.

In questo articolo rifletteremo insieme su questo aspetto, ma ricordiamo di non confondere litigi o altre dinamiche aggressive e violente con questo fenomeno. Non perché gli altri non siano degni di attenzione. Il problema è solo lavorare in modo diverso anche per la prevenzione e per l’intervento.

Ricordiamo quindi, come detto più volte nella rubrica dedicata al bullismo, che è necessario, per parlare di bullismo e cyberbullismo, che la prepotenza si ripeta nel tempo, che ci sia un gruppo che sostiene la prepotenza e che chi subisce si sente più debole, mentre chi attua la prepotenza si sente più forte. Tra di loro c’è quindi una differenza di potere percepita.

Facciamo attenzione anche a non sottovalutare le situazioni complesse. Tante volte potrebbe essere descritto come uno scherzo, ma le differenze si percepiscono molto chiaramente, se ci fermiamo in ascolto.

In questo periodo, per cause di forza maggiore, potrebbero essere scomparse le forme di bullismo in presenza, in tutte le sue forme, ma esserci più cyberbullismo. Con le prime uscite e passeggiate di bambini e ragazzi e con la ripresa dei primi sport, allo stesso, non è così scontato. Ci sono delle differenze tra questi due fenomeni, certamente, ma consideriamo che sono due facce della stessa medaglia.

Ma come  mai questo aumento?

Ci possono essere tanti fattori che hanno inciso sull’aumento delle situazioni conclamate o di rischio.

  • Bambini, bambine ed adolescenti possono soffrire per le caratteristiche dell’emergenza e avere reazioni comuni per più piccoli o per più grandi. Queste normali reazioni possono portare ad essere maggiormente aggressivi o al contrario a subire maggiormente dai coetanei.
  • Non dimentichiamo anche l’aumento di paura o di stress, così come di fatiche nell’elaborazione di questa situazione potenzialmente traumatica o di lutti più complessi. Le situazioni di questo tipo con cui sto avendo a che fare spesso vedono coinvolti bambini o ragazzi che stanno vivendo a causa dell’emergenza, situazioni ancora più delicate, come qualcuno in famiglia malato o mancato per Covid. Ovviamente non è una ricerca scientifica, ma dal mio limitato osservatorio, c’è molto presente tutto questo.
  • L’emergenza può acuire situazioni che già i nostri studenti vivevano in classe, perché dinamiche già complesse, possono essere peggiorate dalla distanza.
  • Anche situazioni difficili personali possono risentire maggiormente del periodo di emergenza e sfociare in atti di prepotenza, subiti o agiti. Fare o subire prepotenza può essere quindi uno dei campanelli di allarme che invio agli adulti che ho intorno e non solo, per dire che qualcosa non va.
  • In questo periodo, poi, tutti noi siamo costretti ad un maggiore utilizzo dei dispositivi tecnologici. Non sempre, bambini ed adolescenti erano stati ben preparati ad un loro utilizzo, non solo tecnico, ma anche positivo e consapevole.
  • Il cyberbullismo lascia maggiori tracce rispetto alle situazioni di bullismo, per cui è più semplice che qualcuno riesca a vederlo e a prenderlo nella giusta considerazione. E’ possibile che fosse una dinamica presente anche prima ma che era difficile da vedere?

Cosa possiamo fare come insegnanti per prevenire il cyberbullismo in emergenza?

Dicevamo che è importante prendere la realtà e trasformarla in scuola. Questo è uno dei casi. Sappiamo che il cyberbullismo non va in  quarantena ed il solo fatto di essere ognuno nella propria casa o, in questa fase 2, potersi incontrare in maniera limitata non previene situazioni di questo tipo. E’ importante che come adulti di riferimento facciamo qualcosa di attivo!

Poter allora continuare a fare prevenzione su questo tema, è fondamentale anche per la scuola in emergenza, o addirittura ancora di più.

  • Troviamo il modo di parlarne nelle nostre lezioni;
  • Riserviamo sempre un tempo alla cura del gruppo e delle sue relazioni;
  • Lavoriamo sulle emozioni che questa emergenza provoca e su come si esprimono o non lo fanno;
  • Se avevamo avviato dei progetti prima di marzo, proviamo a proseguirli anche se online. Sono diversi, ma funzionano.

Che cosa altro possiamo fare come insegnanti per prevenire situazioni di questo tipo in questo periodo? So che manca poco alla fine della scuola, ma lavorarci adesso, supporta la nostra classe anche nel periodo estivo. Il cyberbullismo non rispetta nemmeno le vacanze estive

Come la scuola può intervenire quando il cyberbullismo non va in quarantena?

E se veniamo a contatto con una situazione di questo tipo? Il bullismo ed ancor di più il cyberbullismo hanno conseguenze reali su chi lo subisce. Nonostante la situazione di emergenza, come scuola si può ed anzi è importante intervenire. Avevamo dedicato un articolo per riflettere proprio su come gli insegnanti possono intervenire. Possiamo prendere spunto da questo. Sono tutti suggerimenti che possono essere utili anche in questa situazione.

In particolare, sottolineiamo alcuni punti che in questa situazione di didattica a distanza possono aiutarci:

  • Il fatto che non sia successo in classe, in nostra presenza, non significa che non sia importante farsene carico come scuola.
  • Ancora di più in emergenza, chi sta commettendo delle prepotenze, ci sta comunicando qualcosa. Cosa? Come possiamo ascoltare questo malessere?
  • Prima riusciamo a fermare questa situazione, anche se a distanza, prima riusciremo ad avere un clima sereno e meglio riusciremo a lavorare sulle dinamiche di classe. Non procrastiniamo al nostro rientro.. la situazione potrebbe peggiorare.
  • Proviamo a concentrarci sul prima e sul durante l’emergenza. Comprendiamo se è una situazione che c’era già prima ed è riuscita ad emergere solo ora. Oppure se c’erano i semi, ma non si era ancora espressa. O se è proprio data da questo momento. Probabilmente il nostro lavoro potrebbe essere molto diverso in queste tre situazioni. Riflettiamo sui fattori scatenanti e sulle dinamiche del fenomeno particolare che stiamo osservando. Ci aiuterà molto nel nostro intervento.
  • Non dimentichiamo il fatto che è una dinamica di gruppo e solo lavorando con tutto il gruppo riusciremo a risolvere la situazione.
  • Lavoriamo con le famiglie, ma stiamo attenti a non delegare o reciprocamente attribuirci le colpe. La strada della collaborazione tra scuola e famiglia può essere quella vincente.
  • Se non riuscite da soli, chiedete aiuto a qualcuno. A volte, il supporto di una persona esterna esperta in queste dinamiche può migliorare la situazione.
  • Lavorare su queste dinamiche è qualcosa di complesso. Se non riusciamo a farlo bene prima della fine della scuola, ricordiamo che sarà importante trovare un sistema il prossimo anno. Il bullismo ed il cyberbullismo non passano da soli!

Il cyberbullismo non va in quarantena, ma, allo stesso modo, anche in questa emergenza, insieme e con la collaborazione di tutti gli attori della scuola si può sconfiggere.

Continuate a seguirmi, rifletteremo insieme su questa strana chiusura della scuola.

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