Come aiutare i figli in difficoltà ai tempi del covid

Come aiutare i figli in difficoltà ai tempi del COVID? Abbiamo riflettuto insieme sul fatto che l’emergenza, in particolare questa, può avere delle caratteristiche che fanno soffrire noi ed i nostri figli. Ci siamo concentrati su quali possono essere le reazioni comuni per noi adulti, per i bambini e per gli adolescenti. Abbiamo provato a sperimentare delle modalità per aiutare i nostri figli a star meglio durante una situazione critica. Ma se tutto questo non è bastato? Se si sono accesi dei campanelli di allarme?

A questo punto, se almeno uno dei campanelli di allarme di cui abbiamo parlato è attivo, è il momento di intervenire in altro modo e chiedere aiuto.

Come possiamo aiutare i figli in difficoltà?

Non sempre è semplice accorgersi che nostro figlio è in difficoltà. Vorremmo che stesse sempre bene e vedere invece che non è così potrebbe attivarci molte emozioni. Potremmo non riuscire a vedere questa sofferenza per tantissimi motivi. Magari speriamo che sia una reazione comune e non possiamo dirci che la situazione è più seria. O anche, ammetterlo potrebbe farci sentire in colpa, anche se non è un pensiero razionale. Ma potremmo avere anche paura di cosa significa per nostro figlio stare male.

Vedere questa sofferenza, oltre tutte queste normali modalità che possiamo usare per difenderci, è già un grande aiuto e supporto. Se il campanello di allarme si è accesso a ragione,  è molto complicato che il malessere possa passare da solo. Possono passare fasi normali in età evolutiva, come i capricci intorno ai 2 anni. Può andare meglio se nostro figlio ha una reazione comune in emergenza e grazie alle riflessioni per star bene e con qualche piccola strategia, le cose migliorano.

Ma se sinora nulla è servito, allora è importante ammetterlo e pensare di far qualcosa. Due passaggi possono servire: collaborare con la scuola e chiedere aiuto ad un professionista.

Ancor prima, però, ci siamo noi accanto al nostro bambino o al nostro ragazzo. Che cosa possiamo fare per essergli accanto? il farlo esprimere con le parole o con altri metodi, può aiutare.. se ha funzionato.

Può importante poi riflettere su altri spunti che possiamo attuare come genitori.

  • Non giudichiamo nostro figlio. Sta esprimendo un disagio, esattamente come se avesse la febbre. Sicuramente, se ha uno scoppio di rabbia, invece che la febbre, l’attivazione che provoca in noi genitori è molto diversa. E’ normale potersi sentire arrabbiati, stressati, stanchi, esasperati.. Ma è una richiesta di aiuto. Ci vorrà un po’ di tempo, ma possiamo fare qualcosa.
  • Troviamo dei modi per rassicurare. Nostro figlio potrebbe sentirsi spaventato dalle emozioni che prova. Potergli dire che ci sono dei momenti in cui si sta male, ma che insieme potete trovare una soluzione ed un supporto può essere importante.
  • Ricordiamo a nostro figlio che siamo lì per lui e dalla sua parte. Sicuramente a volte capita anche a voi di perdere la pazienza, ma questo non mette in discussione l’amore che provate ed il fatto che volete supportarlo. Siamo umani e può accadere.. ma chiedere scusa ed ammettere i propri limiti è un grande insegnamento.
  • Se non riescono a parlare quando affrontate questo argomento, nemmeno in una situazione più tranquilla, potete utilizzare qualche spunto rispetto al poter supportare i figli ad esprimersi senza parole che trovate qui. Possono anche scrivervi, invece di dire a voce quello che non riescono, e voi potete rispondere sempre scrivendo e pian piano provando almeno a rispondere a voce.
  • I suoi comportamenti potrebbero molto irritarci. Può succedere! Chiedersi il perché potrebbe essere importante. I perché potrebbero essere molti e molti diversi, ma riconoscetelo può aiutarci sia a validare quello che proviamo che a trovare delle strategie per poter affrontare anche le nostre emozioni.
  • A volte, nei momenti di massima intensità della reazione di nostro figlio,  potrebbe non essere semplice far nulla. In quel caso, a volte, serve solo contenere, far vedere che ci siete e calmare la situazione. Proviamo dopo a trovare un momento e un modo calmo per poter parlare di quello che sta accadendo, mostrando di aver compreso che c’è qualcosa che non lo fa stare bene.
  • Riconosciamo che quello che provano è valido e facciamo capire che va bene che vi mostrino, anche in quel modo, che qualcosa non va. In questo momento, probabilmente non hanno altri mezzi per farlo.
  • Pensiamo a cosa poter fare insieme che faccia attenuare un pochino quelle sensazioni molto forti.

Ricordiamo sempre di prenderci cura di noi stessi e di trovare degli spazi a noi dedicati, per quanto possibile. Se noi stiamo bene, allora riusciremo a supportare veramente nostro figlio in questo complesso momento.

Come collaborare con la scuola?

La scuola è un luogo educativo importante per i nostri figli. Se abbiamo un buon rapporto con i docenti, potremmo confrontarci con loro su quanto nostro figlio sta attraversando.

Sarà importante riflettere insieme su eventuali segnali di questo tipo che c’erano già  a scuola, per comprendere meglio quanto sta accadendo.

Collaborare con gli insegnanti, permette di collaborare come adulti significativi nel benessere del bambino o dell’adolescente. Gli insegnanti potrebbero quindi essere disposti a leggere in modo diverso alcuni comportamenti che si presentano e a lavorare con noi per supportare in questa fase.

Inoltre, un importante supporto della scuola può esserci se nostro figlio non vuole partecipare alla vita scolastica online. Possono valere alcuni spunti citati nell’articolo sull’incoraggiare i figli al contatto con la scuola, che potete concordare con i docenti. Ad esempio, alcuni insegnanti non vogliono le videocamere spente.  Se in questo momento, insieme però pensate sia meglio farlo partecipare, anche se senza video, la posizione “in classe” del docente potrebbe cambiare.

Chiedere aiuto ad un professionista

Aiutare i figli in difficoltà ai tempi del Covid può avere delle implicazioni emotive forti. Quando si tratta di qualcosa che fa male a livello psicologico, non sempre è semplice chiedere aiuto ad un professionista. Eppure, se quello che abbiamo messo in campo come genitori non sta funzionando, è importante per i nostri figli poter avere un aiuto esterno. Un po’ come quando cadono dalla bicicletta. Possono farsi delle piccole ferite che con il disinfettante ed i cerotti possiamo curare in famiglia. Ma se la ferita è più profonda? A quel punto, chiediamo un supporto al medico.

A seconda di come ci sentiamo, possiamo chiedere una consulenza come genitori per iniziare e capire insieme al professionista come proseguire. O possiamo anche sentire che nostro figlio ha voglia e bisogno di avere un contatto diretto. In ogni caso, il nostro ruolo da genitori sarà fondamentale, perché proprio collaborando riusciremo a far star meglio il nostro bambino o il nostro ragazzo.

Se per primi noi genitori siamo tranquilli in un contatto di questo tipo, anche i nostri figli potranno essere più incoraggiati. 

In questo periodo ci sono molte linee di contatto gratuito, che offrono qualche momento di riflessione ed ascolto. Ecco, ad esempio, due servizi a cui collaboro: 4 chiacchiere con l’esperto ed uno con il progetto SCATTI.

Se sentite però che i campanelli di allarme sono troppo forti, allora valutate di contattare direttamente i servizi del vostro territorio o un professionista privato. Il mio ordine professionale in questo momento ha attivato il servizio che trovate a questo link e molti colleghi forniscono il primo colloquio gratuito. Il mio consiglio è quello di provare a sentire la persona che ha uno stile che piace e che ispira,  almeno dalle informazioni che troviamo online o da chi lo consiglia. Io, come molti colleghi, faccio anche colloqui online. Altro consiglio, è quello di pensare ad un professionista che potrai poi incontrare di persona, anche se ora vuoi iniziare la consulenza online.

Aiutare i figli in difficoltà ai tempi del COVID è molto imporatnte!

A presto, per parlare di due aspetti importanti come il lutto ai tempi del COVID e l’elaborazione di lutto e trauma. Finiremo poi il nostro spazio dedicato ai genitori in emergenza con una riflessione sul ritorno alla “normalità”, e passeremo così a qualche spunto per il mondo della scuola.

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