Cosa accade quando inizia un’emergenza? Quali sono le fasi psicologiche dell’emergenza che attraversiamo?

Comprendere questo aspetto ci può aiutare a riflettere su quale momento stiamo vivendo, sul fatto che possa essere normale e sui bisogni che possiamo avere in ogni singola fase.

I momenti dell’emergenza non sono tutte uguali a livello psicologico, e non solo. Se pensate a vari momenti, sicuramente vi sarete sentiti diversamente. Non  sarà stato uguale il momento in cui avete saputo che il virus è arrivato in Italia, il momento in cui siamo dovuti rimanere tutti in casa e questo che vivete ora.

Le fasi psicologiche dell’emergenza possono essere sempre queste:

  • Momento di Allarme – Appena la situazione esplode, il corpo si può attivare molto o può immobilizzarsi. Questo esattamente per i motivi che dicevamo parlando della paura. Anche la nostra mente si sarà iper-attivata all’inizio. Abbiamo cercato tutte le informazioni possibili, anche per capire che cosa stesse realmente accadendo. In questa fase, ognuno di noi può aver vissuto in maniera differente. Qualcuno si sarà fatto prendere dal panico e avrà svuotato i supermercati. Altri avranno pensato che fosse una situazione non troppo diversa da quello che già conoscevamo, come l’influenza. Il momento di allarme è proprio quello in cui scatta la sirena. E non è detto che la nostra sirena personale sia scattata contemporaneamente a quella degli altri.

 

  • Momento di Shock– Sarà poi arrivato il momento in cui, dopo le prime informazioni, saremo stato scioccati da quanto stava accadendo. Potremmo essere stati sconvolti anche da tutte le misure che venivano messe in atto. Ci saremo potuti sentire confusi rispetto a tutto quello che sta succedendo. In questa fase lo stress può avere un importante parte: come dicevamo, si può perdere la concentrazione, si possono avere reazioni fisiche, momenti di pianto, nausea, freddo/caldo. Quando accade qualcosa di così forte, una delle prime reazioni, potrebbe essere la negazione o l’incredulità: “non è vero”, “sto sognando”, “non sta accadendo a me”. Proprio ieri, facevo un incontro con una classe quinta della scuola primaria. Una bambina diceva che le capita di pensare che sta sognando, che non può essere vero e che non può star succedendo veramente tutto questo. Stessa cosa stamattina in un incontro con dei genitori: una mamma ha utilizzato le stesse parole. Questi sono proprio tipici esempi  della normale incredulità e negazione che può capitarci. Nella fase di shock, ci può essere anche un’attivazione emotiva forte con rabbia tristezza, eccitazione..

 

  • Momento di Attivazione di Strategie –  Dopo lo shock, potremo essere spinti a trovare delle strategie per fronteggiare la situazione. Soprattutto all’inizio delle emergenze, come dicevamo parlando della paura, queste strategie potrebbero essere poco funzionali ed illogiche. Le forti emozioni che ci investono, potrebbero farci perdere lucidità. Allo stesso modo, è una fase importante per cercare nuovi metodi e nuovi equilibri. Ad esempio, come fare a lavorare in casa e nel frattempo seguire i miei figli? Attivarci nel trovare strategie ci aiuta a risolvere dilemmi come questi.

 

  • Adattamento – Arriva quindi una fase in cui ci adattiamo alla nuova quotidianità. Ci possono essere importanti cambi di routine che ci aiutano a vivere in una diversa modalità. Potrebbero cambiare anche  i nostri pensieri. Ad esempio, dal vietare l’utilizzo di strumenti tecnologici ai nostri figli, potremo invece passare a supportarli nell’utilizzarli e scoprire con loro il grande potenzialità. In un incontro con dei genitori, una famiglia mi raccontava del nonno di 80 anni. L’uomo è sempre stato molto contrario a qualsiasi “diavoleria” tecnologica, come le chiama lui. Incredibilmente, in questa emergenza.  non solo è riuscito a rispondere ad una chiamata su whats app. Addirittura, pur di sentire i nipotini, ha imparato a farle.

 

Avevamo detto che una delle caratteristiche di questa emergenza è proprio quella di essere duratura e di aver avuto un lungo periodo in cui i dati preoccupanti crescevano. Questo aspetto può rendere queste fasi meno lineari di quanto non lo siano in altre emergenze. Infatti, potreste provare ad esempio di nuovo un forte shock alle 18 ascoltando i dati della Protezione Civile. Ci dicono che, anche una volta che staremo ritornando pian piano ad uscire, potrebbero ripresentarsi nuovi focolai. Sicuramente saranno più circoscritti e saremo più pronti all’azione e all’intervento.  Allo stesso modo, questo potrebbe farci di nuovo rivivere fasi precedenti.

L’emergenza Coronavirus, dunque, potrebbe farci vivere queste fasi in maniera circolare.

Queste fasi psicologiche dell’emergenza sono normali e possiamo vederle sia in adulti che in minori.  Ovviamente ci possono essere delle differenze per le famiglie che hanno bambini o adolescenti o per momento di vita (gravidanza, neogenitori, figli tra 1 e 3 anni). Le esploreremo presto.

Intanto vi saluto, al prossimo articolo. Rifletteremo su quali sono gli aspetti della quarantena e dell’emergenza che possono farci male.  Successivamente, troveremo come quindi poter star meglio.

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