Non è sempre molto semplice capire quando chiedere aiuto in emergenza. Come abbiamo visto, infatti, può essere normale  provare paura ed essere stressati. Così come può essere molto normale attraversare alcune fasi ed avere delle reazioni di malessere e sofferenza. La quarantena  e le caratteristiche dell’emergenza, infatti, ci portano a trovare nuovi equilibri e ad attivare tutta una serie di meccanismi interni.

Nonostante tutto questo, ci può essere un momento in cui invece è fondamentale chiedere aiuto in emergenza. Il fatto che alcune reazioni siano normali, non significa che non si possa esprimere un malessere ancora maggiore. Riflettiamo allora su alcuni aspetti che possono far scattare una sirena di allarme.

  • Abbiamo parlato di alcune strategie che possono far stare bene. Partiamo allora proprio da queste. Mettere in pratica questi accorgimenti dovrebbe essere un passo importante già per sentirci meglio. Potrebbe accadere che pur con le mie migliori intenzioni, non riesca a mettere in pratica nulla di tutto quello che viene consigliato qui o su vari canali. O potrebbe accadere che invece nonostante metta tutto in pratica, non cambi nulla in quello che sento. Non significa che noi siamo sbagliati, significa che la sofferenza potrebbe essere più grande. Ecco, quindi, che entrambi sono due importanti campanelli di allarme.
  • Prendiamo poi in considerazione le reazioni che sto avendo. Abbiamo detto che possono essere normali e non allarmanti se capitano. Ma facciamoci qualche domanda. Quanto sono presenti? C’è anche altro nella mia giornata? Ad esempio, può essere normale un momento di nostalgia e aver voglia di piangere perché ci manca qualcuno. Ma se questo pianto dura tutto il giorno e per molti giorni, è il momento di fare qualcosa. Stessa cosa vale per tutte le altre reazioni di cui abbiamo parlato. Quando sentiamo che tristezza, paura, ansia, nervosismo, stanchezza… sono troppo presenti, meglio fermarsi un attimo e chiedere un piccolo supporto.
  • Riflettiamo anche su come stavamo prima che scattasse l’emergenza. C’erano già delle reazioni come quelle che abbiamo descritto? Dormivo già pochissimo? Ero spesso in ansia, a prescindere dall’attivazione della normale paura in emergenza? Mi sentivo già eccessivamente stressato? E’ vero che il ritmo di vita in emergenza è cambiato. Può essere anche che alcune cose si siano risolte, perché ad esempio non frequento il mio ufficio dove c’erano forti tensioni. Se già stavo male, però, il rischio di peggiorare il malessere può essere grande.  Chiedere aiuto in emergenza può quindi essere un’importante modo per prendermi cura di me. Non solo per quello che l’emergenza ha attivato, ma anche per cose che già prima richiedevano un’attenzione. So bene quanto il cambiamento possa spaventare.. ma stare così come mi fa sentire?
  • Pensiamo anche alla nostra vita. Ci sono stati altri eventi emergenziali? Potrebbero essere maxi emergenze come un terremoto, un alluvione. Potremmo essere stati presenti in un attentato o avere una persona cara che l’ha vissuto. Ma potrebbero anche essere state situazioni meno comunitarie, ma che hanno avuto un forte impatto, come un incidente stradale particolarmente grave o aver assistito ad una morte improvvisa di qualcuno. Quando ci sono stati altri eventi critici nella nostra vita, è fondamentale chiedersi se ce ne siamo presi cura. Quando si sommano più situazioni emergenziali vissute nella vita, è il caso di capire come stiamo e se sentiamo che sia il caso di chiedere un supporto.
  • Ricordiamo anche che conosciamo noi stessi, così come ci conoscono le persone intorno. Ascoltiamo i consigli e le nostre sensazioni. Potrebbero anche esserci delle altre reazioni che ci fanno sentire il bisogno di parlare con una persona che può aiutarci a capire se sono normali reazioni o se c’è qualcosa da analizzare meglio.
  • Parleremo più avanti meglio del lutto, in particolare se la persona cara è mancata per Coronavirus. Consideriamo, intanto, che il lutto in questa emergenza potrebbe essere più difficile, proprio per le modalità in cui avvengono queste perdite.

Se anche uno di questi punti ci ha dato da riflettere, allora pensiamo di chiamare un professionista. In questo momento, ci sono molte iniziative di un primo supporto gratuito. Questo serve proprio per orientarci in tutte le cose che abbiamo detto sinora.

Qui potete trovare una serie di numeri attivati nelle varie regioni di Italia. Il Consiglio Nazionale degli Ordini degli Psicologi, ha poi chiesto a tanti colleghi di dare disponibilità per un supporto online. Aderisco anche io! Il mio consiglio è quello, anche se per il momento cercate uno psicologo online viste le restrizioni, di trovare un professionista che opera nella tua zona, in modo che, se il percorso dovesse proseguire, potrete anche incontrarvi di persona.

Risolvere i traumi è fondamentale. Ricordiamo che i traumi possono trasmettersi anche di generazione in generazione. Quello che io non riesco a portare perchè troppo pesante, potrebbe portarlo mio figlio o mio nipote. Ne parleremo meglio più avanti, così come parleremo del lutto in questa emergenza. 

Dopo aver fatto questi discorsi più generali, possiamo quindi continuare il nostro cammino parlando di donne (e coppie) in gravidanza, neogenitori, genitori con bimbi da 1 a 3 anni e famiglie con  bambini, bambine ed adolescenti delle varie età. A presto!

 

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